Le Origini della Serie A

Le Origini della Serie A

Le Origini della Serie A, tra i campionati più importanti al mondo.

La Serie A, ufficialmente chiamata Serie A TIM per ragioni di sponsorizzazione, è il più alto livello professionistico del campionato italiano di calcio. Viene gestito dalla Lega Nazionale Professionisti Serie A.

Posta sotto l’egida della FIGC, la prima edizione del torneo risale al 1898; l’attuale formula (a girone unico) nacque poi nel 1929. La squadra più titolata è la Juventus, vincitrice del campionato per 35 volte; l’Inter è invece la formazione più presente nel girone unico, avendone disputata ogni stagione.

Il campionato italiano occupa il terzo posto nel ranking UEFA, dopo la Liga spagnola e la Premier League inglese.

le origini della serie a

Regolamento e Formula sin dalle origini della serie A

La stagione 1929-30 rappresentò il principale spartiacque nella storia del torneo che, dalla

precedente connotazione dilettantistica e frammentata in regioni, assunse un carattere del tutto

unitario. Fu infatti adottata — in maniera pressoché stabile — la formula del girone all’italiana, con

incontri di andata e ritorno. Tale regolamento non ha, da allora, subìto alcuna mutazione se non per

quanto riguarda il numero di squadre: svoltosi principalmente con 16 o 18 squadre, dal 2004-05 (in

conseguenza del “caso Catania”) il campionato accoglie un lotto di partecipanti esteso a 20

formazioni. Il sistema di assegnazione del punteggio prevede 3 punti per la vittoria (a partire dal

1994-95, mentre in precedenza erano 2), un punto a testa in caso di pareggio e nessun punto per la

sconfitta. In caso di parità, per la formulazione della classifica finale vengono considerati i seguenti

criteri: classifica avulsa (risultati delle gare tra le formazioni interessate), differenza reti degli scontri

diretti, differenza reti complessiva, maggior numero di gol segnati, sorteggio. In precedenza, fino al

2005, era consuetudine disputare uno spareggio.

Al termine delle 38 giornate, la prima classificata vince lo Scudetto ed è ammessa alla Champions

League. Anche le formazioni giunte dal secondo al quarto posto sono qualificate per la fase a gironi

della competizione. All’Europa League partecipano invece 3 squadre: la quinta e sesta classificata

oltre alla vincitrice della Coppa Italia. Quest’ultima si qualifica direttamente per i gironi, assieme alla

formazione classificatasi al quinto posto: la sesta posizione dà invece accesso al secondo turno

preliminare.Retrocedono in Serie B le ultime tre squadre della classifica, sostituite da altrettante

formazioni promosse dal campionato cadetto.

le origini della serie a

Le Origini della Serie A; Simboli e Trofeo

Per tutta la stagione successiva alla vittoria del Campionato, la squadra campione d’Italia può

sfoggiare sulla propria divisa lo scudetto (simboleggiante l’affermazione nel precedente torneo). Il

suddetto distintivo richiama i colori della bandiera nazionale e ha la forma di uno scudo: la sua

introduzione è avvenuta nel 1924-25, quando venne indossato dal Genoa. Dalla stagione 1960-61 il

club vincitore viene inoltre premiato con la Coppa Campioni d’Italia, il trofeo ufficiale della Serie A.

Nel 1958, da un’idea di Umberto Agnelli, fu deciso di assegnare una speciale stella ai club che

avessero raggiunto il traguardo dei dieci successi nella massima serie italiana. Tale simbolo è

composto da una stella dorata a 5 punte, cucita sulle divise dei club e solitamente accompagnata allo

stemma societario. La Juventus, dopo la conquista del suo decimo scudetto nella stagione

1957-1958, fu la prima squadra al mondo a fregiarsi sulla maglia di un distintivo commemorativo — e

permanente — per una vittoria sul campo; in Italia, venne seguita nei decenni successivi prima

dall’Inter e poi dal Milan. I bianconeri, fin qui unici nel calcio italiano, conquistarono poi il diritto a

fregiarsi ulteriormente di una seconda e terza stella, rispettivamente, in occasione del conseguimento

del ventesimo e trentesimo scudetto.

Le attuali società assegnatarie delle stelle in Serie A sono:

  • Scudetto della stella (10º) Scudetto della stella (20º) Scudetto della stella (30°) Juventus (1957-1958, 1981-1982 e 2013-2014)
  • Scudetto della stella (10º) Inter (1965-1966)
  • Scudetto della stella (10º) Milan (1978-1979)

Le Origini della Serie A; La Storia della Serie A

Nato nel 1898, i primi due decenni del campionato italiano, ancora caratterizzato da

un’organizzazione amatoriale nonché da uno scarso interesse del pubblico, furono segnati dai

frequenti successi di Genoa — prima squadra a fregiarsi del titolo di campione d’Italia — e Pro

Vercelli, le quali si spartirono gran parte dei titoli. La FIGC ha organizzato sin dalla prima edizione il

campionato in piena autonomia, eccezion fatta per la stagione 1921-1922: allorché le società non

raggiunsero un accordo con l’appena lanciato progetto Pozzo si arrivò alla disputa di due diversi

tornei, uno dei quali organizzato dalla CCI. Già dalla stagione successiva, il compromesso Colombo

sanò la frattura e permise di riunificare i tornei.

Sino alla fine degli anni 1920 il titolo italiano — che dal 1925, cioè dall’introduzione della patch dello

scudetto, per metonimia viene usualmente definito tale — veniva assegnato attraverso gironi plurimi

su base territoriale, e successive fasi a eliminazione diretta; dall’edizione del 1929-1930 il torneo si

svolge invece secondo la formula del girone unico (già fugacemente sperimentata nella stagione

1909-1910), prendendo al contempo la denominazione di Serie A, che mantiene sino a oggi.

L’entrata negli anni 1930 fu uno spartiacque nella storia del calcio tricolore, sia sul piano sportivo, sia

soprattutto sociale: all’inizio di un’epoca segnata dalle affermazioni pressoché costanti delle «tre

grandi» in primis la Juventus, la squadra più titolata d’Italia, seguita nell’albo d’oro dal Milan e

dall’Inter, questa l’unica sempre presente in massima serie —, si aggiunse infatti un sempre maggiore

seguito da parte di tifosi e mass media, facendo definitivamente del calcio lo sport nazionale italiano,

soppiantando il ciclismo.

 

A contrastare non episodicamente il dominio dell’asse milanese-torinese sono state, limitatamente al

periodo interbellico e al secondo dopoguerra, il Bologna e l’altra torinese, il Torino. Nei decenni

seguenti, oltre a rossoblù e granata, altre realtà come Fiorentina, Lazio, Roma — a suo tempo la

prima squadra del Centro-Sud a rompere l’egemonia nordista in campionato, nell’edizione 1941-1942

— e Napoli hanno ciclicamente iscritto i propri nomi nell’albo d’oro della massima divisione, senza

tuttavia dare continuità alle loro vittorie; ancor più rari sono stati gli exploit di club tradizionalmente

lontani dal calcio di vertice, come Casale e Novese (questo ultimo, nella controversa stagione del

sopracitato «scisma» tra FIGC e CCI) agli inizi del XX secolo, e Cagliari, Verona e Sampdoria nella

seconda metà del Novecento.

le origini della serie a

La Juventus è il club più titolato d’Italia, con 35 scudetti dal 1905 (sopra) a oggi.

Sul piano della competitività, la scelta della Lega Nazionale Professionisti di bandire l’ingaggio di

giocatori e tecnici dai campionati esteri, dopo la disfatta della nazionale al campionato del mondo

1966 in Inghilterra, di fatto portò a una prima crisi della Serie A (ulteriormente aggravata, quattordici

anni più tardi, dal primo scandalo del calcioscommesse), che si protrasse fino ai primi anni 1980,

quando il massimo campionato italiano scivolò, nella stagione 1981-1982, al dodicesimo posto nel

ranking europeo, dietro a tornei generalmente considerati di secondo piano, come quelli di Belgio,

Unione Sovietica, Germania Est e Cecoslovacchia.

Inversamente, la Serie A toccò il suo apice, in termini di lustro e visibilità, a cavallo degli anni 1980 e

1990: l’elevato tasso tecnico delle formazioni, arricchite peraltro qualitativamente dalla cosiddetta

«riapertura delle frontiere» agli stranieri, e la regolarità di buoni risultati (finali e vittorie) nelle coppe

europee — che raggiunse il culmine nella stagione 1989-1990 con la storica conquista di tutte e tre

le maggiori competizioni confederali da parte di club italiani —, portò la massima serie italiana a

occupare per varie stagioni il primo posto del ranking continentale; uno status legittimato nella

stagione 1997-1998, quando la Serie A arrivò a qualificare un record di ben 9 formazioni alle coppe

europee.

A partire dalla seconda metà degli anni 2000, pur rimanendo tra i maggiori campionati d’Europa, la

Serie A affronta invece un periodo di appannamento, dovuto, tra gli altri, a scandali relativi

all’ambito delle scommesse, disaffezione da parte dei tifosi, la precaria situazione finanziaria dei

club e lo scadimento del livello tecnico.

Le Origini della Serie A; Le Squadre

Sono 67 le squadre ad aver preso parte agli 88 campionati di Serie A a girone unico che sono stati

disputati a partire dal 1929-1930 fino alla stagione 2019-2020 (della quale si riportano in grassetto le

squadre militanti):

  • 88 volte: Inter
  • 87 volte: Juventus, Roma
  • 86 volte: Milan
  • 82 volte: Fiorentina
  • 77 volte: Lazio
  • 76 volte: Torino
  • 74 volte: Napoli
  • 73 volte: Bologna
  • 63 volte: Sampdoria
  • 59 volte: Atalanta
  • 53 volte: Genoa
  • 47 volte: Udinese
  • 40 volte: Cagliari
  • 30 volte: Bari, Vicenza
  • 29 volte: Palermo, Verona
  • 26 volte: Parma, Triestina
  • 23 volte: Brescia
  • 19 volte: SPAL
  • 18 volte: Livorno
  • 17 volte: Catania, Chievo
  • 16 volte: Ascoli, Lecce, Padova
  • 13 volte: Alessandria, Cesena, Como, Empoli, Modena, Novara, Perugia
  • 12 volte: Pro Patria, Venezia
  • 11 volte: Foggia
  • 10 volte: Avellino
  • 9 volte: Reggina, Siena
  • 8 volte: Lucchese, Piacenza
  • 7 volte: Catanzaro, Cremonese, Mantova, Pescara, Pisa, Sassuolo, Varese
  • 6 volte: Pro Vercelli
  • 5 volte: Liguria, Messina
  • 4 volte: Casale
  • 3 volte: Lecco, Legnano, Reggiana, Sampierdarenese
  • 2 volte: Ancona, Crotone, Frosinone, Salernitana, Ternana
  • 1 volta: Benevento, Carpi, Pistoiese, Treviso

 

Le Origini della Serie A; Aspetto mediatico

A partire dalla seconda metà degli anni 1990, l’organizzazione del campionato ha risentito —

in maniera talvolta pesante — della concorrenza televisiva.

L’influsso dei mass media ha avuto ripercussioni principalmente sul calendario e sulle origini della

Serie A, arrivando talora a intaccarne anche gli orari di gioco.

Sin dalla nascita del girone unico, era infatti tradizione che le partite si disputassero in

contemporanea nel pomeriggio della domenica — con il fischio d’inizio in orario variabile, dalle 14:30

nei mesi più freddi alle 16:30 nei periodi più caldi —; una prassi consolidatasi nel secondo

dopoguerra, grazie alla sopraggiunta copertura radiofonica di Tutto il calcio minuto per minuto.

Il calendario del torneo era rapportato a quello delle manifestazioni continentali, programmate

generalmente al mercoledì prima di venire estese dal martedì al giovedì.

La quantità di formazioni partecipanti alla massima categoria, inoltre, rendeva più “snello” il

programma stagionale

consentendo l’avvio del campionato financo in autunno.

Venivano inoltre rispettate l’incombenza di festività religiose come il Natale e la Pasqua, e la

sovrapposizione con gli impegni della nazionale,

in coincidenza dei quali il campionato era solito osservare una sosta nel fine settimana precedente o

successivo.

Dall’inizio del III millennio, il crescente potere delle televisioni ha de facto imposto un nuovo format

alla Serie A: la partenza è fissata stabilmente nel mese di agosto, mentre sono numerosi i turni

infrasettimanali.

Per quanto riguarda gli orari, sono divenuti una consuetudine gli anticipi al venerdì

e sabato nonché i posticipi del lunedì: di conseguenza viene ridotto il numero di gare in programma

la domenica pomeriggio.

A causa del calendario affollato e non lineare, risulta peraltro difficile

individuare date libere per il recupero di partite eventualmente sospese o rinviate.

Fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Serie_A

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